Baby Dior, il Savoir-Faire dell’abito Pierrot

Per i cinquant’anni di Baby Dior, Cordelia de Castellane ha immaginato una capsule collection autunno-inverno 2017-2018 nella quale rivisita un modello iconico battezzato Pierrot, creato da Marc Bohan e indossato da due bambini all’inaugurazione della prima boutique nel 1967.

Per seguire la realizzazione di questa creazione, occorre recarsi a Redon, in Bretagna, negli Atelier Dior. Un luogo ricco di storia dove, tra centinaia di bobine di filo dai colori cangianti, incredibili quantità di tessuto dalle incantevoli stampe e il continuo ronzio delle macchine da cucire, una decina di sarte tagliano, cuciono e assemblano con destrezza i modelli disegnati a Parigi dalla Direttrice della Creazione.

Ispirato a Pierrot, il personaggio della commedia italiana, questo abito in velluto liscio nero è impreziosito da nove volant in organza bianca sullo scollo e sui polsini.

Come in una creazione haute couture, anche i più piccoli dettagli hanno la loro importanza: questi veli delicati sono di diverse lunghezze e i fili della finitura “a giorno a colonnette” sono ora neri, ora bianchi, per ritmare le ondulazioni e conferire voluminosità.

Come richiede la tradizione, gli artigiani hanno realizzato questo punto di ricamo con una macchina chiamata Cornley, che bisogna maneggiare con pazienza per scoprire a poco a poco questo disegno grafico e ripetitivo così particolare. E quando si guarda più da vicino, si scopre, sulla parte alta della schiena, un bottone che lascia intravedere la silhouette di una bambina. Questo elemento diventa allora un vero gioiello in madreperla, poetico e delicato.