Fondazione Prada: nella sede di Milano presenta “The Next Quasi-Complex” di John Bock

Dal 18 luglio al 24 settembre, Fondazione Prada ospita la mostra di John Bock “The Next Quasi-Complex”.

Fondazione Prada nella sede di Milano presenta “The Next Quasi-Complex” di John Bock

Fondazione Prada presenta “The Next Quasi-Complex”, una mostra di John Bock, dal 18 luglio al 24 settembre 2018 nella sede di Fondazione Prada a Milano.

Concepito dall’artista tedesco John Bock (Gribbohm, 1965) per gli spazi del Podium, il progetto riflette la particolare pratica dell’artista, che alla scultura e all’installazione sitespecific combina liberamente elementi performativi. Le performance, che Bock chiama “lectures”, ovvero parodie di presentazioni accademiche, si svolgono in ambienti allestiti con oggetti di uso quotidiano, materiali trovati e di scarto, mobili e altri elementi, disposti a formare universi assurdi o illogici, in cui i visitatori sono invitati a partecipare.

Per questo progetto Bock trasforma il piano terra del Podium in un mondo eccentrico e surreale, un teatro dell’assurdo in cui intreccia umorismo nero e discipline quali filosofia, economia, musica, moda e frammenti di vita quotidiana.

Fondazione Prada nella sede di Milano presenta “The Next Quasi-Complex” di John Bock

The Next Quasi-Complex” presenta due grandi installazioni provenienti dalla Collezione Prada: il palco mobile di When I’m Looking into the Goat Cheese Baiser (2001) e il salotto di Lütte mit Rucola (2006). Nuove architetture sperimentali, frammenti di pareti, strutture improvvisate e una selezione di opere esistenti sono incorporati nel progetto, che si snoda attorno a uno spazio centrale lungo un percorso circolare.

Gli oggetti in mostra si presentano sia come scenografie che come strumenti per le performance o provengono dai set dei film realizzati dall’artista. Assemblati in installazioni, danno luogo a quello che Bock definisce una “summutation” (sommutazione), ovvero la trasformazione di ciò che resta dopo una lezione o le riprese di un film. Se affiancata ai video girati durante ogni performance, la “sommutazione” diventa il risultato visuale dell’opera stessa, documentando il risultato creativo e visivo dell’installazione e il suo possibile utilizzo.

Fondazione Prada nella sede di Milano presenta “The Next Quasi-Complex” di John Bock

Lütte mit Rucola (2006) nasce dall’omonimo film in cui l’artista recita il ruolo di un pazzo omicida che fa a pezzi la sua vittima ancora viva. Nel contesto del Podium, il set del film diventa installazione, ricreando il salotto in cui si è svolta la tortura. Il pubblico ne diventa testimone osservando la ricostruzione da un balcone che si affaccia sulla scena. When I’m looking into the Goat Cheese Baiser (2001) è una scenografia mobile utilizzata da Bock durante una delle sue performance: un assemblaggio caleidoscopico di arredi scenici che aspettano solo di prendere vita nelle mani dell’artista, così come documentato nel video della “lecture” tenutasi a New York nel 2001.

Intorno alle installazioni centrali trovano posto altre costruzioni, tutte accessibili tramitescale, piccole porte, tende o tunnel. Una tenda fatta di calzini imbottiti ospita un assemblage di “attrezzi morti”. Un’altra stanza ospita un’installazione composta da due vetrine che mostrano e al tempo stesso nascondono il loro contenuto eterogeneo e surreale. Alcuni pannelli riportano frammenti di racconti e diagrammi, ulteriore testimonianza della comunicazione sperimentale e delle interazioni anti-accademiche con il pubblico, emblematiche della pratica dell’artista. Una tenda cilindrica racchiude una sedia sospesa a una catena, la cui presenza, associata ad alcuni attributi fisici, rimanda al tema del “LeibSein”, ovvero “CorpoEssere” secondo il linguaggio dell’artista.

La mostra ospiterà l’8 settembre 2018 una performance durante la quale John Bock e gli attori Lars Eidinger e Sonja Viegener attiveranno il palco di When I’m looking into the Goat Cheese Baiser, muovendosi all’interno del Podium “come una mosca intorno a una carcassa”.

Ph: © Jacopo Farina